Un altro stop al carbone di Porto Tolle
Quella centrale è ferma da anni. Bombardata dalla inchieste, poco efficiente, sporca: neppure Enel ha il coraggio di farla funzionare, salvo per brevi periodi. Ma ha il coraggio, però, di volerla convertire a carbone. Anche quando a poche centinaia di metri dall’impianto sorge il terminal gasiero offshore più grande del mondo, realizzato proprio per servire la centrale. Il gas non è una fonte pulita, ma di certo i suoi impatti sono molto inferiori a quelli che vengono dalla combustione del carbone.
Da qui, però, parte un’altra storia. Le associazioni ambientaliste, gli operatori turistici, i pescatori e i comitati dei cittadini del Polesine insieme si sono opposti al progetto di Enel. Hanno impugnato l’insensato parere favorevole che il Ministero dell’Ambiente aveva accordato all’azienda, portando il progetto nei tribunali. Fino a quando il Consiglio di Stato, lo scorso maggio, ha bocciato il piano di conversione a carbone. Con una motivazione semplice: l’azienda deve dimostrare che il suo progetto rispetta caratteristiche di impatto ambientale e sanitario quanto più possibile ridotte. Cosa impossibile con il carbone.
La storia non finisce qui, però. È possibile cambiare le leggi per far cadere la sentenza del Consiglio di Stato? Dev’esserselo chiesta Enel, che ne ha fatte modificare ben due – una regionale e una nazionale – pur di averla vinta. Complice un Governo e un Consiglio Regionale asserviti, non è stato difficile. Ci sono voluti appena un paio di mesi dal giorno della sentenza che bocciava il carbone a Porto Tolle.
E ora che succede? Succede che la magistratura continua a fare il suo dovere. E ieri il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso con cui la Regione Veneto chiedeva di revocare la sentenza dello stesso Consiglio di Stato, cioè la bocciatura del carbone a Porto Tolle. Il lavoro della giunta di Zaia al servizio di Enel è stato bloccato.
Ma l’interesse dei cittadini non ha ancora vinto . Il prossimo 22 maggio il Consiglio di Stato tornerà a pronunciarsi, con una sentenza più importante: sulla compatibilità della sentenza del maggio 2011 con le norme “ad centralem” approvate la scorsa estate da Regione Veneto e Governo nazionale. Si tratta di dare il via libera a una Valutazione d’Impatto Ambientale che sarebbe probabilmente di nuovo positiva; o di tenere fermo il punto sul rispetto dell’ambiente, della salute, del clima, del lavoro di migliaia di persone.
Noi riponiamo fiducia nell’operato dei giudici. E qualunque cosa accadrà, non ci fermeremo fino a quando non avremo arrestato la minaccia del carbone a Porto Tolle. E fino quando non avremo fatto luce su Enel.
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