OMC: “Appello al Presidente della Repubblica e ricorso agli organi giurisdizionali”
COMUNICATO STAMPAOpen Media Coalition si appella al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché non proceda alla firma del decreto di nomina alle Authority di Garanzia delle Comunicazioni (Agcom) ed a quella dei Dati personali e della riservatezza (Privacy), decise dal Parlamento nella votazione di oggi. Le Authority – afferma, ad esempio, il regolamento della Privacy – “Oltre ad essere istituite per lo svolgimento di funzioni di garanzia e di vigilanza sull’attuazione di valori costituzionali sono caratterizzate [..] da connotati da indipendenza e di autonomia che le svincolano da qualsiasi riferimento al circuito dell’indirizzo politico”. Una terzietà ed indipendenza rafforzata dal quadro normativo comunitario. Nulla di tutto questo si è registrato nelle fasi del rinnovo delle cariche alle Autorità Indipendenti, in quanto – nonostante i numerosi appelli alla trasparenza fatti propri persino da Frank La Rue, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di informazione – non sono stati esaminati i curricula dei candidati, nè si è proceduto all’audizione degli stessi, al fine di valutare comparativamente i requisiti di alta professionalità e competenza. Logiche spartitorie e di appartenenza partitica hanno presieduto al rinnovo delle Autorità Indipendenti, fondamentali per la democrazia italiana. Un contesto grave e preoccupante, che priva le stesse Authority della necessaria autorevolezza allo svolgimento delicati e complessi compiti sui quali sono chiamate ad intervenire.. Open Media Coalition si rivolge al Capo dello Stato che, nelle Sue alte prerogative di supremo garante della Costituzione, ne assicura il rispetto formale e sostanziale, al pari del corretto equilibrio tra organi cui spetta la direzione politica dello Stato. Open Media Coalition, in rappresentanza di numerose associazioni della società civile, intende procedere senza indugio all’impugnazione delle nomine Agcom e Privacy presso i competenti organi giurisdizionali, chiedendo che le designazioni vengano annullate e che si rinnovi l’intero iter procedurale.
Open Media Coalition Roma, 6 Giugno 2012
Aderiscono a Open Media Coalition: Altroconsumo, Anso, Cittadini Europei, DataGov Italia, FEMI, Istituto Italiano Privacy, Articolo 21, Agorà Digitale, Move On Italia, Centro di Ascolto dell’informazione radiotelevisiva, Torino digitale, Nexa Center for internet & society, Stati Generali dell’Innovazione, ScambioEtico, Valigia Blu, Società Pannunzio per la libertà di informazione, Wikitalia, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Istituto Politiche per l’Innovazione.
Agcom e Privacy, io non ci sto
di Ignazio MarinoCaro Direttore,
oggi il Parlamento ha eletto alcune cariche istituzionali molto importanti e delicate: i garanti per l’authority sulla privacy e i membri dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Come avvengono le nomine di cariche così importanti nelle normali democrazie? Si selezionano i curricula dei candidati sulla base di criteri intuitivi: preparazione tecnica, indipendenza intellettuale, assenza di pregiudizi culturali, ecc. Cosa accade invece in Italia?
In questi anni passati in Senato il metodo l’ho conosciuto bene ed è sempre lo stesso: manuale Cencelli alla mano e incarichi suddivisi tra i partiti, uno a te, due a me ecc. Assenza totale di trasparenza.
Il giorno del voto ai parlamentari viene data un’indicazione, via sms o su un foglietto di carta con il nome da votare, a cui quasi tutti si attengono. A volte sono state elette persone meritevoli e competenti, non c’è dubbio. Altre volte di dubbi ce ne sono stati eccome. Ma tant’è. Personalmente, non ho mai partecipato in passato, né oggi, né parteciperò in futuro ad un voto in cui venga chiesto di eleggere un candidato senza un meccanismo di selezione rigoroso e trasparente.
Non è difficile: basta chiedere a coloro che hanno presentato la candidatura di illustrare alle Commissioni parlamentari competenti, il proprio curriculum e le proprie motivazioni e la valutazione può essere condotta alla luce del sole.
Ieri il Pd ha riunito i parlamentari di Camera e Senato, ha aperto la discussione, ha chiesto a ognuno di votare liberamente per un candidato. Ma non ha dato il tempo di esaminare i curricula disponibili esclusivamente in forma cartacea e in copia unica.
Alcuni di noi non erano d’accordo sul metodo e io ho proposto di ritardare di 48 ore la votazione per permettere un esame scrupoloso dei curricula sulla base di criteri definiti. La risposta è stata: no. E guarda caso dal segreto dell’urna sono usciti esattamente i nomi che erano stati ampiamente annunciati giorni prima.
Ma ci sono altri aspetti gravi. Due dei quattro membri dell’authority che dovrà garantire la correttezza dell’informazione radiotelevisiva sono stati scelti da Silvio Berlusconi mentre il Pd ha rinunciato a scegliere due membri per consentire a Pierferdinando Casini di nominarne uno. E quindi il Pd non sarà determinante nelloscrivere le regole per l’assegnazione dei nuovi sei canali digitali che l’authority dovrà indicare entro l’estate. Frequenze di grande interesse economico per le aziende di Berlusconi il quale, se avrà il sostegno del membro dell’authority scelto dall’Udc, potrà acquisirle. Vedremo come andrà a finire.
Un commento finale sulla composizione dell’authority per la privacy. La norma (articolo 153 del d.lgs 196/2003) prevede che i componenti siano scelti tra “esperti di riconosciuta competenza delle materie del diritto o dell’informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni”; se uno o più dei componenti non avranno queste caratteristiche vi sarà un’altra ottima opportunità per la società civile di intervenire. Chi avrà interesse, potrà chiedere alla magistratura di valutare se una decisione dell’authority sulla privacy possa essere invalidata perché questi requisiti preliminari non sono stati rispettati.
I partiti, cominciando dal Pd, riusciranno mai a lasciarsi alle spalle l’epoca delle spartizioni per entrare nel mondo in cui vince, attraverso un percorso trasparente, chi è più competente e, possibilmente, capace di assolvere con professionalità ed indipendenza il compito a cui è stato chiamato?
L’Espresso
La lettera
'Agcom e Privacy, io non ci sto'
di Ignazio Marino
«I componenti delle due Authority sono stati scelti su una base di pura spartizione dai segretari dei partiti. E noi parlamentari abbiamo dovuto obbedire senza sapere nulla di loro e dei loro curriculum». Ci scrive il senatore del Pd
(06 giugno 2012)
Caro Direttore,
oggi il Parlamento ha eletto alcune cariche istituzionali molto importanti e delicate: i garanti per l'authority sulla privacy e i membri dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Come avvengono le nomine di cariche così importanti nelle normali democrazie? Si selezionano i curricula dei candidati sulla base di criteri intuitivi: preparazione tecnica, indipendenza intellettuale, assenza di pregiudizi culturali, ecc. Cosa accade invece in Italia?
In questi anni passati in Senato il metodo l'ho conosciuto bene ed è sempre lo stesso: manuale Cencelli alla mano e incarichi suddivisi tra i partiti, uno a te, due a me ecc.Assenza totale di trasparenza.
Il giorno del voto ai parlamentari viene data un'indicazione, viasms o su un foglietto di carta con il nome da votare, a cui quasi tutti si attengono. A volte sono state elette persone meritevoli e competenti, non c'è dubbio. Altre volte di dubbi ce ne sono stati eccome. Ma tant'è. Personalmente, non ho mai partecipato in passato, né oggi, né parteciperò in futuro ad un voto in cui venga chiesto di eleggere un candidato senza un meccanismo di selezione rigoroso e trasparente.
Non è difficile: basta chiedere a coloro che hanno presentato la candidatura di illustrare alle Commissioni parlamentari competenti, il proprio curriculum e le proprie motivazioni e la valutazione può essere condotta alla luce del sole.
Ieri il Pd ha riunito i parlamentari di Camera e Senato, ha aperto la discussione, ha chiesto a ognuno di votare liberamente per un candidato. Ma non ha dato il tempo di esaminare i curricula disponibili esclusivamente in forma cartacea e in copia unica.
Alcuni di noi non erano d'accordo sul metodo e io ho proposto di ritardare di 48 ore la votazione per permettere un esame scrupoloso dei curricula sulla base di criteri definiti. La risposta è stata: no. E guarda caso dal segreto dell'urna sono usciti esattamente i nomi che erano stati ampiamente annunciati giorni prima.
Ma ci sono altri aspetti gravi. Due dei quattro membri dell'authority che dovrà garantire la correttezza dell'informazione radiotelevisiva sono stati scelti da Silvio Berlusconi mentre il Pd ha rinunciato a scegliere due membri per consentire a Pierferdinando Casini di nominarne uno. E quindi il Pd non sarà determinante nello scrivere le regole per l'assegnazione dei nuovi sei canali digitali che l'authority dovrà indicare entro l'estate. Frequenze di grande interesse economico per le aziende di Berlusconi il quale, se avrà il sostegno del membro dell'authority scelto dall'Udc, potrà acquisirle. Vedremo come andrà a finire.
Un commento finale sulla composizione dell'authority per laprivacy. La norma (articolo 153 del d.lgs 196/2003) prevede che i componenti siano scelti tra "esperti di riconosciuta competenza delle materie del diritto o dell'informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni"; se uno o più dei componenti non avranno queste caratteristiche vi sarà un'altra ottima opportunità per la società civile di intervenire. Chi avrà interesse, potrà chiedere alla magistratura di valutare se una decisione dell'authority sulla privacy possa essere invalidata perché questi requisiti preliminari non sono stati rispettati.
I partiti, cominciando dal Pd, riusciranno mai a lasciarsi alle spalle l'epoca delle spartizioni per entrare nel mondo in cui vince, attraverso un percorso trasparente, chi è più competente e, possibilmente, capace di assolvere con professionalità ed indipendenza il compito a cui è stato chiamato?
(Ignazio Marino è senatore del Partito Democratico)
oggi il Parlamento ha eletto alcune cariche istituzionali molto importanti e delicate: i garanti per l'authority sulla privacy e i membri dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Come avvengono le nomine di cariche così importanti nelle normali democrazie? Si selezionano i curricula dei candidati sulla base di criteri intuitivi: preparazione tecnica, indipendenza intellettuale, assenza di pregiudizi culturali, ecc. Cosa accade invece in Italia?
In questi anni passati in Senato il metodo l'ho conosciuto bene ed è sempre lo stesso: manuale Cencelli alla mano e incarichi suddivisi tra i partiti, uno a te, due a me ecc.Assenza totale di trasparenza.
Il giorno del voto ai parlamentari viene data un'indicazione, viasms o su un foglietto di carta con il nome da votare, a cui quasi tutti si attengono. A volte sono state elette persone meritevoli e competenti, non c'è dubbio. Altre volte di dubbi ce ne sono stati eccome. Ma tant'è. Personalmente, non ho mai partecipato in passato, né oggi, né parteciperò in futuro ad un voto in cui venga chiesto di eleggere un candidato senza un meccanismo di selezione rigoroso e trasparente.
Non è difficile: basta chiedere a coloro che hanno presentato la candidatura di illustrare alle Commissioni parlamentari competenti, il proprio curriculum e le proprie motivazioni e la valutazione può essere condotta alla luce del sole.
Ieri il Pd ha riunito i parlamentari di Camera e Senato, ha aperto la discussione, ha chiesto a ognuno di votare liberamente per un candidato. Ma non ha dato il tempo di esaminare i curricula disponibili esclusivamente in forma cartacea e in copia unica.
Alcuni di noi non erano d'accordo sul metodo e io ho proposto di ritardare di 48 ore la votazione per permettere un esame scrupoloso dei curricula sulla base di criteri definiti. La risposta è stata: no. E guarda caso dal segreto dell'urna sono usciti esattamente i nomi che erano stati ampiamente annunciati giorni prima.
Ma ci sono altri aspetti gravi. Due dei quattro membri dell'authority che dovrà garantire la correttezza dell'informazione radiotelevisiva sono stati scelti da Silvio Berlusconi mentre il Pd ha rinunciato a scegliere due membri per consentire a Pierferdinando Casini di nominarne uno. E quindi il Pd non sarà determinante nello scrivere le regole per l'assegnazione dei nuovi sei canali digitali che l'authority dovrà indicare entro l'estate. Frequenze di grande interesse economico per le aziende di Berlusconi il quale, se avrà il sostegno del membro dell'authority scelto dall'Udc, potrà acquisirle. Vedremo come andrà a finire.
Un commento finale sulla composizione dell'authority per laprivacy. La norma (articolo 153 del d.lgs 196/2003) prevede che i componenti siano scelti tra "esperti di riconosciuta competenza delle materie del diritto o dell'informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni"; se uno o più dei componenti non avranno queste caratteristiche vi sarà un'altra ottima opportunità per la società civile di intervenire. Chi avrà interesse, potrà chiedere alla magistratura di valutare se una decisione dell'authority sulla privacy possa essere invalidata perché questi requisiti preliminari non sono stati rispettati.
I partiti, cominciando dal Pd, riusciranno mai a lasciarsi alle spalle l'epoca delle spartizioni per entrare nel mondo in cui vince, attraverso un percorso trasparente, chi è più competente e, possibilmente, capace di assolvere con professionalità ed indipendenza il compito a cui è stato chiamato?
(Ignazio Marino è senatore del Partito Democratico)
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