Minerv: la plastica bio della BioOn nasce in Italia e dagli skipass…
Lezione 1: come uno “scarto” può diventare una risorsa preziosa.
Il processo di produzione dal melasso, in sintesi, prevede di “affamare” e poi ingrassare i batteri; il grasso prodotto diventa polvere, che genera la plastica. Questo processo di produzione viene rimesso in piedi a quasi 80 anni dalla scoperta della molecola PHA (nel 1926!); anni durante i quali l’uso del petrolio è stato giudicato più efficiente ed economico, in tempi in cui l’impatto ambientale non aveva alcun peso.
Il team dei due soci Astorri e Cicognani, è riuscito a creare il primo polimero PHA con proprietà molto simili al policarbonato: il Minerv. Il polimero ha ottenuto anche la certificazione a livello internazionale, come elemento biodegradabile sia in terra, che in acqua dolce e salata (in 10 giorni Minerv si dissolve in acqua senza lasciare traccia).
Lezione 2: come creare un impianto produttivo a km zero, sfruttando le caratteristiche del territorio.
Lo startup di BioOn, l’impianto produttivo del Minerv, non ha richiesto impiego di capitali pubblici né coinvolgimento delle banche. Sfruttando il tessuto economico circostante, infatti, Astorri ha stretto un accordo con la cooperativa agricola emiliana, produttrice del 50% dello zucchero italiano e del prezioso melasso. Tutto è nelle mani dei contadini, che sono gli stessi ad alimentare l’impianto con la materia prima. I due soci prevedono di replicare questo schema anche all’estero, in Europa e negli Stati Uniti.
Minerv ha già fatto il suo debutto al Salone del Mobile, riscuotendo un importante successo; i “genitori” di BioOn sono pronti a scommettere che presto Minerv sarà utilizzato per ogni genere di prodotto, dagli occhiali da sole alle confezioni delle merendine, passando per pc e televisori.
Lezione 3: ancora una volta l’Italia è protagonista di eccellenti scoperte.
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