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sabato 25 agosto 2012

B come BancaROTTIERI...gli avvoltoi della società


Goldman Sachs: avvoltoi impuniti

di Carlo Musilli
Si può mettere in piedi la truffa del secolo e poi riuscire a farla franca? Certo, basta essere una delle Banche d'affari più potenti e spietate al mondo. Basta chiamarsi Goldman Sachs. Dopo un anno d'indagini insieme all'Fbi, il Dipartimento della Giustizia americano ha stabilito che non ci sono prove sufficienti per perseguire penalmente il colosso di Wall Street in relazione allo scandalo dei mutui subprime del 2008. Rimarrà quindi senza colpevoli lo scempio speculativo all'origine dell'intera crisi globale, compresa quella dei debiti sovrani europei.

Com'è possibile un tale livello d'impunità? Le indagini erano partite da un duro rapporto del Congresso in cui Goldman era accusata di aver ingannato deliberatamente i propri clienti pur di trarre profitto da manovre iper-aggressive sui derivati. Secondo il senatore democratico Carl Levin, presidente della Commissione d'inchiesta, la Banca avrebbe mentito perfino al Congresso sulle operazioni legate al mercato immobiliare.

In sintesi, l'istituto scommetteva segretamente sul crollo, ma allo stesso tempo piazzava i titoli legati ai subprime spacciandoli per investimenti sicuri. Come se un gioielliere vendesse bulloni e chiavi inglesi allo stesso prezzo dei diamanti. Il raggiro è stato possibile grazie alla complicità delle agenzie di rating, che, in un incredibile conflitto d'interessi (erano pagate dalle stesse banche che emettevano i titoli), attribuivano a questi derivati il massimo giudizio d'affidabilità possibile, la mitica "tripla A".

All'inizio gli attori di questa gigantesca associazione a delinquere erano accecati dai guadagni favolosi che riuscivano a incassare. Poi si sono accorti che i titoli garantiti dai subprime erano carta straccia, perché gli americani non sarebbero più stati in grado di ripagare i mutui (o meglio: non lo erano mai stati, ma a un certo punto i prezzi delle case hanno smesso di salire, rendendo impossibile il giochetto di estinguere il vecchio mutuo con uno nuovo d'importo superiore). Ma hanno continuato con il loro business come nulla fosse. In fondo, l'alta finanza è una materia incomprensibile per i comuni mortali. Truffare è facilissimo, una tentazione irresistibile.

Nel dettaglio, il rapporto del Congresso fa riferimento a un'operazione di questo tipo chiamata Abacus 2007-AC1. Come sanzione per questa frode Goldman ha già pagato alla Sec (la Consob americana) una multa record da 550 milioni di dollari. Ed è stato un patteggiamento.

Quanto detto fin qui sarebbe teoricamente sufficiente a far esplodere una sollevazione popolare. A Washington lo sanno, per questo il Dipartimento di Giustizia si è affrettato a precisare che potrebbe intraprendere nuove azioni contro l'istituto se e quando emergeranno nuove prove. Non solo: ha anche ribadito che la lotta alle truffe finanziarie continua a essere una priorità assoluta.

Nelle intenzioni le autorità americane sono encomiabili. Nei fatti un po' meno. E non bisogna essere poi così malevoli per ricordare le generose donazioni arrivate proprio da Goldman Sachs alla prima campagna elettorale di Barack Obama, che in questi mesi è impegnato nella seconda. In effetti, di ricompense alla Banca ne erano già arrivate da parte dell'attuale amministrazione democratica. Ad esempio un prestito da 9 miliardi di dollari con cui non solo l'istituto si salvò dal fallimento, ma tornò addirittura in utile già nel 2010.

In casa Goldman sono però abituati a ricevere regalini apparentemente immeritati da governi e presidenti vari. E' successo di recente anche con l'Italia. Nel secondo trimestre del 2012 la Banca ha quasi azzerato l'esposizione sul nostro Paese: i titoli pubblici italiani sono praticamente scomparsi dal suo portafoglio (passando da 2,5 miliardi ad appena 191 milioni di dollari), mentre sono aumentati i derivati che assicurano da un eventuale default di Roma.

Non esiste un modo più sfacciato di scommettere sulla nostra bancarotta. Eppure proprio l'istituto americano è stato scelto dalla Cassa depositi e prestiti (controllata al 70% dal Tesoro) come consulente per acquistare il 30% di Snam da Eni, la cui separazione è stabilita dal decreto sulle liberalizzazioni. Nota storica: tra il 2005 e il 2011 l'attuale premier Mario Monti è stato international advisor per Goldman Sachs. Davvero una delle banche più potenti al mondo.
http://www.altrenotizie.org/economia/5016-goldman-sachs-avvoltoi-impuniti.html
— con Antonio Bagnato

Con l'ERF hanno approvato la cessione della sovranità.
ERF European Redemption Fund Fondo Redenzione Europea

Qualche mese fa vi ho parlato in anteprima dell'ERF, ovvero del pignoramento dello stipendio dell'intero Paese per una ventina d'anni buoni. Oggi Monia Benini ci aggiorna. E non credo si tratti di buone notizie.

di Monia Benini su Teste Libere
Non basta mai. I nostri aguzzini continuano a inventarsi nuovi metodi di tortura. Continuano a stillarci il sangue e a trarre profitto dalle nostre tragedie. Non bastava dunque il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, la cui entrata in vigore è ora legata alle decisioni della Corte Costituzionale tedesca. Non era sufficiente neppure il fiscal compact, o meglio il pareggio di bilancio, che trasforma un’entità illegittima – il debito – in una leva costituzionale bastevole a giustificare qualunque tipo di provvedimento che il governo di turno decida di calare sulle teste degli Italiani. Ora l’Unione Europea sforna l’ERF, European Redemption Fund, o per meglio dire il Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). Il 13 giugno scorso infatti il Parlamento europeo ha approvato, con il voto su due risoluzioni, il regolamento per il rafforzamento della governance dell’UE.


La prima risoluzione (clicca qui), denominata Gauzes, dal nome del relatore, è stata approvata con il 73% dei voti a favore (qui è possibile vedere il dettaglio) e ha messo nero su bianco un principio da far accapponare la pelle: l’assoggettamento a tutela giuridica di uno Stato membro (a decorrere dal 2017). Ciò significa che ‘le autorità dello Stato membro interessato attuano le misure raccomandate (dalle istituzioni europee, NdA) relative all’assistenza tecnica (…) e presentano alla Commissione un piano di ripresa e di liquidazione dei debiti per approvazione. Cioè il Governo nazionale perde ogni tipo di potere decisionale e operativo; in altre parole lo Stato è privato totalmente della propria sovranità. In altri termini potremmo dire che è commissariato. Formalmente occupato dall’esercito della grande finanza internazionale. Nessun complottismo, dunque…è una vera e propria dittatura dell’euro e dell’UE. Non a caso, l’ex presidente Cossiga si esprimeva in questi termini: “l’organizzazione politica più antidemocratica che esiste oggi al mondo è l’Unione Europea. (…) se uno stato sovrano si fosse dato un’organizzazione istituzionale come quella dell’UE saremmo scesi tutti quanti in piazza. Armati.”

La risoluzione Ferreira (clicca qui), approvata con il 74% dei voti favorevoli (vedi qui), stringe il cappio, introducendo appunto il nuovo fondo, l’ERF – il Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). Tecnicamente, è l’articolo 6 quinquies a definire il biblico provvedimento, ‘al fine di ridurre il debito eccessivo nell’arco di un periodo di 25 anni’. Gli Stati membri dovrebbero trasferire ‘gli importi debitori superiori al 60% del PIL all’ERF nell’arco di un periodo di avviamento di 5 anni’, attuare ‘una strategia di consolidamento di bilancio e un’agenda di riforme strutturali’, costituire ‘garanzie per coprire adeguatamente i prestiti concessi dall’ERF’, ridurre ‘i rispettivi disavanzi strutturali durante il periodo di avviamento per rispettare le norme di bilancio’. Il passaggio sicuramente più insidioso è quello relativo alle garanzie: secondo gli analisti tedeschi, l’Italia dovrebbe partecipare al fondo con la quota più grande (40%), ovvero oltre 950 miliardi di euro. Per coprire il prestito dell’ERF, l’Italia potrebbe essere costretta a cedere (almeno per 25 anni) una frazione più o meno cospicua del gettito delle imposte nazionali, a vendere una parte del patrimonio (asset) pubblico, a dare in pegno le proprie riserve auree e di valuta estera. Perdendo tutto, nel caso non riesca a onorare il prestito dell’ERF. Siamo dunque in un nuovo circolo vizioso: riforme strutturali e ripianamento di un debito illegittimo, attraverso un nuovo ricorso a prestito (ovvio, no?! secondo la logica degli usurai è infatti normale che una persona indebitata faccia ricorso a nuovi prestiti!). Ma questa volta gli strozzini vogliono garanzie a copertura: ci penseranno le nostre tasse e il patrimonio del nostro paese.
Il Parlamento Europeo (con poche lodevoli eccezioni) fiancheggia dunque, più o meno ignaro, le istituzioni antidemocratiche europee, come la Commissione e la BCE, e aiuta le banche e la finanza mondiale a dissanguarci, attraverso il nuovo Fondo Europeo di Redenzione. Fra l’altro, il nome attribuito a questo malefico meccanismo è profetico: nell’Antico Testamento (Salmi) si legge che il denaro sarà sempre insufficiente per il riscatto dell’anima. Da un punto di vista meno spirituale, tutto quanto si possiede è dunque insufficiente per la redenzione.
Non c’è più limite alle pretese di questa Europa: una nuova spada di Brenno è stata messa sul piatto della bilancia e l’oro già versato non basta più. Il percorso è obbligato e dobbiamo mandare a casa le marionette che ci governano, spezzando al contempo i fili di chi le dirige. Altrimenti non ci resterà che la seconda parte della tradizione romana: "Non auro, sed ferro, recuperanda est Patria".
Parliamoci chiaro: se ci sembrava essere di aver raggiunto il fondo con le ‘raccomandazioni’ poco amorevoli dell’UE, il pareggio di bilancio, il meccanismo europeo di stabilità, dobbiamo cambiare idea: l’ERF ci sta traghettando all’inferno. Non abbiamo scuse: solo noi possiamo realmente ‘redimerci’, riscattarci come cittadini, affrancandoci da questa Europa e dai partiti complici e conniventi con banche e grande finanza. Solo poi possiamo liberarci dalla dittatura del Dio denaro.

1 commento:

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